Visualizzazioni totali

mercoledì 19 agosto 2009

Lettera a mio figlio

Ti ho scritto della modalità dell’essere e sorrido del tuo cruccio per non sentirti pronto a calarti in questa dimensione. Perché non ti senti pronto se tutto dipende da te e dal modo in cui riuscirai a identificarti?
Il primo obiettivo che ti devi porre è quello di avere fiducia in te e agire nel tuo interesse. Lo dice san Tommaso il quale sostiene addirittura che il peccato non consiste nella disobbedienza a Dio ma nella disobbedienza al buon vivere umano, esprimendosi così: <<>>. Lo dice Gesù che ha avuto tanta fiducia nell’uomo da farsi uomo. Egli stesso è modello di vita umana, non divina. San Tommaso, Gesù e non solo ma anche laici come Kipling ci indicano la via da seguire. Gesù con il suo esempio di vita, Kipling con la poesia “Se “ che è il testamento laico più bello che, a mio avviso, sia stato mai scritto. La fiducia in noi ci dice che non dobbiamo arrenderci al destino che la filosofia greca ha imposto all’uomo. Lo stesso destino di sofferenza, retaggio del peccato originale ebraico ereditato dal cristianesimo, può essere superato grazie alla conciliazione dell’uomo con Dio regalataci dal sacrificio di Cristo che ci rimanda all’armonia dell’uomo con sé stesso,con il prossimo, con la natura, all’amore. Quando tu mi scrivi che non riesci a concentrarti nella lettura, in realtà mi dici che sei frammentato nel tuo passato e dai suoi fantasmi. Erich Fromm afferma che nell’uomo assalito dal panico della propria frammentazione, c’è la tentazione di cancellare il mondo esterno per cancellare i propri errori. Noi detenuti in particolare avvertiamo drammaticamente questo panico e rischiamo di fuggire nell’alienazione del nostro passato rifiutando il mondo esterno. Occorre sanare le nostre lacerazioni e l’unico modo e la nostra modalità d’essere. La poesia di Kipling in proposito è esemplare come la vita di Gesù. L’esortazione evangelica: <<>> vuol dire che prima di amare il prossimo devi imparare ad amare te stesso, perché solo chi ha rispetto e considerazione di se può accettare la sofferenza di Cristo e lo stoicismo di Kipling. Perché tanta sofferenza? A quale scopo tanta severità? Risponde Kipling quando dice: <>. Tanta sofferenza e tanta disciplina per giungere ad essere un uomo. Un filosofo francese, Jean Luc Marion, in un libro che ti consiglio, “Il fenomeno erotico”, arriva a teorizzare l’amore come strumento di conoscenza rivisitando l’intuizione cartesiana “cogito ergo sum” e ribattezzandola “amo ergo sum” intendendo per amore addirittura l’amore erotico come carne che testimonia di essere accertata perché “l’essere oggetto del desiderio di un altro permette di prendere coscienza di se stessi, di non sprofondare nel nulla e persino nell’auto distruttività”. L’amore erotico dunque che si salda all’agape cristiana e diventa capacità, oltre che di cogliere, anche di donarsi, di identificarsi con chi vive le nostre stesse pulsioni, di confrontarsi con chi ha voglia di conoscere ed essere conosciuto, di suscitare e ricevere amore, di aprirsi, come san Tommaso , al nostro benessere. Cristo, Kipling, Marion, ci dicono che vivere secondo le modalità dell’essere significa donare non quello che si ha ma quello che si è ed anche che vivere pienamente significa dare valore ad ogni istante della nostra vita. Ed io aggiungo che nessuno è nulla, al di fuori di noi può dare significato alla nostra vita, che dobbiamo sapere accettare le tragiche limitazioni implicite nell’esistenza umana, tranne occasioni di crescita e fa di questa crescita lo scopo della nostra vita,sviluppare la nostra fantasia non per fuggire da circostanze intollerabili bensì per piegarle, superarle e costituire possibilità concrete, andare alla ricerca di noi stessi o meglio di ciò che di noi non conosciamo e non lasciarsi condizionare dalla sentenza del Tribunale o dalle mura di un carcere, dai sensi di colpa o dalle sconfitte subite. Basta che lo vogliamo!

Nessun commento:

Posta un commento