Chi non si è fatto tentare almeno una
volta nella vita dalla voglia di suicidio? Credo in parecchi, perché
la vita è un affare complicato e pieno di insidie e non sempre siamo
all'altezza di affrontarla. Ho una certa dimestichezza con
l’argomento, perché nei luoghi da me frequentati sono stato vicino
di stanza della morte e l’ho sentita aleggiare, suadente compagna
di infelici che trascinano la loro esistenza ascoltando l’eco dei
loro passi sempre uguali, ossessionati dal tempo che non scorre mai.
E l’ho anche vista qualche volta all'opera mentre colpisce alle
spalle coscienze tramortite dall'abbrutimento e andate in pappa
inseguendo i loro fantasmi, e vi posso dire che la bastarda non fa
tanti complimenti. Mi ricordo di un episodio in particolare. Un mio
compagno si fermò davanti alla mia cella, mi raccontò dei suoi
progetti, di quello che avrebbe mangiato quel giorno, di come stava
mettendo da parte i soldi per un regalo all'ultimo figlio appena
nato, e passò oltre ostentando una normalità che ingannava per
primo lui privandolo delle difese contro l’insidia incombente.
Dopo pochi minuti sentii le urla dell’agente che, compiendo il suo
giro d’ispezione, se lo ritrovò davanti privo di vita, penzolante
dal cappio di un lenzuolo.
Ho letto in questi giorni la testimonianza
di molti uomini noti che hanno confessato di avere pensato al
suicidio. Crocetta per primo che ha strillato di avere corso il
rischio ma di essersi salvato non sappiamo in virtù di quale
miracolo. E Galan che lamenta di possedere solo 30.000 euro con cui
sbarcare il lunario e di avere pensato anche lui al suicidio ma di
avere desistito grazie alla figlia. Sono uomini che, grazie a Dio,
non hanno trovato il coraggio di uccidersi ma che purtroppo hanno
anche smarrito il senso della decenza, mettendo in piazza la
narrazione della loro tentazione suicida e facendone mercimonio per
lucrare una visibilità che muovesse a compassione. I miei compagni
che si sono suicidati erano già morti prima di uccidersi e hanno
vissuto fino in fondo e coerentemente la loro sciagurata scelta,
questi campioni di insulse brodaglie melodrammatiche, aggrappati
morbosamente alla vita, sapevano da sempre di non voler morire e
hanno scelto di frignare tentando di barare con i nostri sentimenti.
Un minimo di rossore signori e, per favore, un po’ di rispetto per
chi con la morte gioca a dadi partite dall'esito scontato.
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