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domenica 19 luglio 2015

Crocetta

E’ forte la tentazione di unirsi alla canea che ha investito Crocetta. L’uomo si è distinto in passato per il cinismo con cui ha tentato di macchiare la reputazione di galantuomini pur di lustrare la sua patente di antimafioso inflessibile, e dunque viene spontaneo l’impulso di ripagarlo con la stessa moneta senza stare tanto a sottilizzare. Ma anche nei confronti di un uomo simile, contro il quale si ha ragione di nutrire sacrosante riserve per mille motivi, la cautela è d’obbligo non per riguardo alla persona ma al dovere dell’onestà. Quanti hanno a cuore le garanzie di chi è sottoposto ad accuse senza riscontri certi, non possono prestarsi al furore dei linciaggi, e la legge del contrappasso che Crocetta sta subendo dopo aver maramaldeggiato per anni, è una questione tra duri e puri che non può riguardare chi, come i comuni mortali, con la purezza non ha molta dimestichezza. Coloro che hanno subito esecuzioni sommarie, anche ad opera del signor Crocetta, sanno che cosa significa finire nel frullatore di certa stampa al servizio di ragioni non sempre chiare e a caccia di colpevoli sulla cui responsabilità non c’è ancora il timbro definitivo della magistratura, e non possono condividere gli insulti della canaglia in rete. L’Espresso sostiene di essere in possesso di una intercettazione che inchioderebbe Crocetta a responsabilità morali stomachevoli, la Procura di Palermo sostiene che non c’è alcuna traccia di una simile intercettazione. Vedremo chi dice il vero, anche se non c’è bisogno di attendere le verifiche sulle frasi attribuite a Tutino, per essere preoccupati. Dalle intercettazioni in mano agli inquirenti emerge infatti, stavolta senza alcun dubbio, il comparaggio, che evoca scenari inquietanti, tra Crocetta e Tutino, all’ombra del quale veniva decisa la spartizione degli incarichi da affidare. Che dire, si rimane sconcertati non tanto perché scopriamo che il santo martire della lotta al malaffare usa gli stessi metodi di coloro che dice di combattere, ma perché avvertiamo un senso di impotenza di fronte ad un gattopardismo duro a morire che ci irride attraverso la sfrontatezza del nostro governatore. Non ci resta che ripagarlo col senso di ripulsa che suscita la sua panza ballerina.   

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