C’è un Paese in Europa che non è solito onorare i suoi
impegni e ha la pretesa di dare lezioni di morale agli altri, che ha un debito
con la Storia per aver scatenato due guerre mondiali ed essere stato graziato con un taglio cospicuo dei suoi
debiti di guerra, eppure si atteggia a severo censore, che dovrebbe sapere che le condizioni capestro
non portano a nulla di buono per averle avute imposte dal dissennato trattato
di Versailles ed essersene vendicato con la follia del nazismo, che ha tratto
vantaggio dall’istituzione dell’Europa Unita grazie alle ricadute positive della moneta
unica agganciata alla sua moneta forte e di un mercato europeo asservito allo
strapotere della sua industria che vi esporta il 45% del suo PIL senza avere
mai avuto la lungimiranza di dirottare i suoi appetiti verso il mercato interno
liberando spazi per le economie più deboli, che ha praticato una cieca politica
di arcigna difesa dello status quo imposto dai trattati negando, in ossequio
alla intollerabilità delle deroghe, il taglio del debito greco, immemore dell’accordo
di Londra del 1953 e delle deroghe che, esso si, si è regalato in combutta con
la Francia sforando i limiti del deficit di bilancio nel 2003, che ha preteso e
ottenuto, sempre nel nome delle regole, un fondo al quale conferire un pezzo
della Grecia per il valore di 50 miliardi di euro destinato alla vendita per
ripagare il programma ESM da 82 miliardi e tentando (senza riuscirci) di
mortificare la dignità di un Paese sovrano con la pretesa di allocare questo
fondo in Lussemburgo, che è alle spalle della potentissima banca d’affari
scelta per gestire questo fondo, nel cui consiglio di amministrazione siedono
il ministro delle finanze Schauble e il
vice cancelliere Sigmar Gabriel, che è la patria di un gruppo di investitori
pronti a scippare a prezzi di realizzo i beni del suddetto fondo, che ha lo
stomaco di imporre da una posizione di forza quello che Der Spiegel ha definito
il “catalogo degli orrori” ad un Paese allo stremo, che otterrà come risultato
immediato ulteriori inutili sofferenze di un popolo al quale sono stati negati
i mezzi per sopravvivere, e come risultato successivo un fallimento la cui ineluttabilità è insita
nella pesantezza delle draconiane condizioni imposte che non potranno mai essere rispettate dai
greci. Il fallimento greco con l’effetto domino che ne deriverà lascerà sul
terreno un cumulo di macerie fra le quali la signora Merkel si aggirerà ebbra
di potere secondo la migliore tradizione dello Sturm und Drang. Ci meritiamo
che un simile campione d’altruismo funga da severo custode del farisaismo in
quel giardino del Getsemani che è la casa comune europea.
Nessun commento:
Posta un commento