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giovedì 16 luglio 2015

L’inossidabile Germania


C’è un Paese in Europa che non è solito onorare i suoi impegni e ha la pretesa di dare lezioni di morale agli altri, che ha un debito con la Storia per aver scatenato due  guerre mondiali ed essere stato  graziato con un taglio cospicuo dei suoi debiti di guerra, eppure si atteggia a severo censore,  che dovrebbe sapere che le condizioni capestro non portano a nulla di buono per averle avute imposte dal dissennato trattato di Versailles ed essersene vendicato con la follia del nazismo, che ha tratto vantaggio dall’istituzione dell’Europa Unita  grazie alle ricadute positive della moneta unica agganciata alla sua moneta forte e di un mercato europeo asservito allo strapotere della sua industria che vi esporta il 45% del suo PIL senza avere mai avuto la lungimiranza di dirottare i suoi appetiti verso il mercato interno liberando spazi per le economie più deboli, che ha praticato una cieca politica di arcigna difesa dello status quo imposto dai trattati negando, in ossequio alla intollerabilità delle deroghe, il taglio del debito greco, immemore dell’accordo di Londra del 1953 e delle deroghe che, esso si, si è regalato in combutta con la Francia sforando i limiti del deficit di bilancio nel 2003, che ha preteso e ottenuto, sempre nel nome delle regole, un fondo al quale conferire un pezzo della Grecia per il valore di 50 miliardi di euro destinato alla vendita per ripagare il programma ESM da 82 miliardi e tentando (senza riuscirci) di mortificare la dignità di un Paese sovrano con la pretesa di allocare questo fondo in Lussemburgo, che è alle spalle della potentissima banca d’affari scelta per gestire questo fondo, nel cui consiglio di amministrazione siedono il ministro delle finanze  Schauble e il vice cancelliere Sigmar Gabriel, che è la patria di un gruppo di investitori pronti a scippare a prezzi di realizzo i beni del suddetto fondo, che ha lo stomaco di imporre da una posizione di forza quello che Der Spiegel ha definito il “catalogo degli orrori” ad un Paese allo stremo, che otterrà come risultato immediato ulteriori inutili sofferenze di un popolo al quale sono stati negati i mezzi per sopravvivere, e come risultato successivo un  fallimento la cui ineluttabilità è insita nella pesantezza delle draconiane condizioni imposte  che non potranno mai essere rispettate dai greci. Il fallimento greco con l’effetto domino che ne deriverà lascerà sul terreno un cumulo di macerie fra le quali la signora Merkel si aggirerà ebbra di potere secondo la migliore tradizione dello Sturm und Drang. Ci meritiamo che un simile campione d’altruismo funga da severo custode del farisaismo in quel giardino del Getsemani che è la casa comune europea.

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