Le iene a caccia di cadaveri hanno
creduto di individuare nel sottoscritto la carcassa da addentare. Al
signor Golia evidentemente non basta il fatto che io abbia concluso
la mia vicenda giudiziaria pagando a torto un conto che a mio
giudizio non mi spettava, che abbia dichiarato a chiare lettere
proprio a lui che condivido la decisione degli imprenditori di
Bagheria di denunciare gli estorsori, tutto ciò non basta, egli ha
le sue certezze e non sopporta l’idea che io sia un uomo libero. Se
ne rammarica al punto da lanciare l’allarme su come è rischioso
che io me ne vada in giro indisturbato con grave pericolo per la
collettività. Dipendesse da lui, butterebbe la chiave. Egli è
piombato nella libreria Macaione dove si stava celebrando la
presentazione del mio romanzo “La vita di un uomo”, insalutato
ospite, incurante del benché minimo riguardo nei confronti dei
padroni di casa che ha bellamente ignorato e, invece di essere
incuriosito dalla singolarità di un condannato per mafia che scrive
un libro e di fornire al lettore la chiave di lettura di una simile
conversione, invece di rendere omaggio ad un evento che fino al
momento della sua incursione aveva odorato di pulito, invece di avere
rispetto per il luogo e per un uomo che considera mafioso senza se e
senza ma, ma al quale avrebbe dovuto concedere il beneficio del
dubbio andando a verificare un percorso letterario che narra una
storia diversa dall’abusata e scontata verità giudiziaria, da iena
ghignante ha sentito solo l’odore del sangue e mi ha “mascariato”
accostandomi a personaggi che con me non hanno niente da spartire, le
cui vicende non si sono mai intrecciate con le mie e coinvolgendomi
in un servizio su un disgustoso episodio estorsivo con cui non ho
nessun legame. Dove è il nesso e quale è lo scopo di tanta
cattiveria? Che è avvenuto di nuovo perché sul malinconico reduce
di una vicenda giudiziaria risalente al 1998 e conclusasi da tempo,
ormai dedito solo a vivere il crepuscolo della propria vita
coltivando l’innocuo hobby della scrittura, si abbattesse la tegola
di un servizio televisivo così severo? Ai signori delle Iene risulta
forse qualche nuovo motivo che non conosco e che rende la mia
persona nuovamente attuale al punto da giustificare tanto interesse?
Perché il signor Golia è entrato a gamba tesa e in maniera
palesemente gratuita nella mia vita attribuendomi una pericolosità
che lo stesso magistrato di sorveglianza ha negato in una recente
sentenza che mi ha assolto dalle misure di vigilanza? Forse gli
riesce intollerabile l’idea che un condannato per mafia osi pensare
ed esprimere ciò che pensa in un romanzo che ha visto la luce
proprio in questi giorni e che offre uno spaccato ben diverso
rispetto al personaggio pensato dall’immaginario collettivo? Certo
c’è una singolare coincidenza. Se avesse un minimo di onestà il
signor Golia dovrebbe fare pubblica ammenda, frequentare un corso
accelerato di buon giornalismo ed evitare di andare in giro a
sporcare esistenze e reputazioni che stanno tentando faticosamente di
riaffacciarsi alla vita.
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