Il diritto a buon mercato
Affrontare la vicenda del voto con cui in Senato si deciderà
della decadenza del sen. Berlusconi, è un esercizio rischioso perché si incappa
puntualmente nell’accusa di essere berlusconiani per il solo fatto di
intestarsi una battaglia che richiama al buon senso e al rispetto delle regole.
Se c’è di mezzo Berlusconi, anche se le regole non vengono rispettate, non si
può protestare se non si vuole correre il rischio di essere considerati
manigoldi e suoi complici. Accetto questo rischio e vengo al dunque.
Nella Giunta per il regolamento si è deciso che la votazione
per la decadenza di Berlusconi debba avvenire con voto palese. Da sempre al
Senato, quando la votazione ha riguardato la persona, si è proceduto a
scrutinio segreto perché si vuole garantire la tutela del singolo e la libertà
di coscienza dei parlamentari. L’avere cambiato questo principio sancito dal
regolamento e dalla prassi perché conviene ad una parte, significa piegare il
diritto alle esigenze del caso per caso, in questo caso all’esigenza di far
fuori Berlusconi, con tanti saluti per il valore universale della legge.
Naturalmente le facce di bronzo autori della bella impresa, si sono precipitate
a sproloquiare di trasparenza, di separazione tra vicenda giudiziaria e
politica e, per bocca del sen. Zanda, di “votazione che non riguarda la persona
ma i requisiti minimi di dignità degli eletti”. Sorvoliamo sulla disinvoltura
del sen. Zanda e chiediamoci: ma la trasparenza nei confronti dell’opinione
pubblica è un totem al quale si deve sacrificare il rispetto della legge frutto
della volontà popolare espressa attraverso i suoi rappresentanti in Parlamento,
e siamo certi che la separazione tra vicende giudiziarie e politica è stata
salvata nel momento in cui proprio una vicenda giudiziaria è stata utilizzata
nell’interesse di una parte politica e per far ciò non si è esitato a piegare
il diritto alla bisogna?
Il cinismo politico va bene ma non fino a questi livelli di
spudoratezza che pretendono di trattarci da cerebrolesi.
Anziché di cinismo dovremmo parlare di lungimiranza politica
e chiederci a chi giova lo sfascio creato da questa guerra senza esclusione di
colpi. Il PD non ignora che c’è una grossa ( forse maggioritaria ) fetta della
nostra società che non riesce ad avere una sua rappresentanza credibile. Ha
tentato con Berlusconi e abbiamo visto come è finita. Frastornata e delusa essa
rischia di finire tra le braccia dei tribuni del tanto peggio tanto meglio. Una
democrazia non rappresentata pienamente è una democrazia incompiuta e giocare
sporco mettendo in difficoltà i moderati dello schieramento opposto che hanno
avuto il coraggio di emanciparsi da una tutela padronale e stanno tentando di
intestarsi quella rappresentanza proponendosi in maniera ragionevole e costruttiva,
è un danno per tutti. Il PD, se ha il senso del bene comune, non dovrebbe
ignorarlo.
E passiamo ad un altro bell’esempio di logica di parte
fornitoci dalla signora Cancellieri. La guardasigilli, raggiunta da una
telefonata dalla compagna di Salvatore Ligresti, si mostra dispiaciuta per gli
arresti di quest’ultimo e delle sue figlie, e fin qui nulla di male. Lei è
amica della signora Fragni da sempre ed è legittimo che, in nome dell’amicizia,
manifesti la propria solidarietà. Un poco meno legittimo e sicuramente meno
opportuno è che il ministro di Grazia e Giustizia a proposito dell’arresto dica
che “c’è modo e modo”, che “non è giusto”, che è “la fine del mondo”, si
dichiari disponibile ( “qualsiasi cosa io possa fare tu conta su di me” ) e
dimostri la sua disponibilità allertando due vicedirettori del Dipartimento
penitenziario sullo stato di salute della signora Giulia Ligresti. Imbarazzante
se poi apprendiamo che il figlio del ministro è stato dipendente dei Ligresti
per un anno, giusto il tempo per maturare una liquidazione di 3,5 milioni di
euro.
Ora di casi dolorosi sono piene le vicende giudiziarie del
nostro Paese. Si potrebbe stilare un elenco infinito di drammi che si consumano
in carcere, di disperati che convivono con il pensiero onirico latente del
suicidio e non possono contare sulle premure del vice direttore del DAP
allertato dal ministro, di ottantenni rassegnati a morire in carcere perché non
riescono ad ottenere misure alternative, di disgraziati che rischiano la vita
in preda a patologie che la struttura carceraria non si preoccupa di monitorare
come è necessario, di ostaggi della infernale macchina giudiziaria inchiodati a
decenni di calvario che giungono alla conclusione della loro vicenda per
apprendere che sono innocenti oppure che sono colpevoli ma, nonostante ciò,
hanno ugualmente diritto ad essere considerati innocenti perché sono ormai
persone completamente diverse rispetto a quelle che hanno intrapreso, quindici
anni prima, il loro viaggio kafkiano nel pianeta giustizia e in questi anni
hanno coltivato una nuova vita alla quale vengono strappate per essere
catapultate, spesso in età canonica, verso un inferno che non le riguarda più,
di presunti innocenti che vengono riconosciuti definitivamente innocenti dopo
avere pagato con la carcerazione preventiva una pena non dovuta, di paria che
vivono una carcerazione ignobile, di familiari che hanno dimenticato il volto
dei loro cari perché non hanno i mezzi con cui permettersi il lusso di un
colloquio in carceri lontane. Mi fermo qui perché mi disgusta la retorica del
pietismo, ma chiedo al signor Ministro: se non si è Mancino e non si può
contare sul rapporto privilegiato con il Presidente della Repubblica per
ottenere, sia chiaro, nel massimo rispetto della legge un interessamento da
parte del suo consigliere, se non si è Ligresti e non si può contare sul
rapporto amicale con il ministro di Grazia e Giustizia per ottenere, per carità
nel massimo rispetto della legge, un attenzione particolare del Dipartimento
Penitenziario, se si è dei signori nessuno, può Ella avere la gentilezza,
signor Ministro, di fornire a questi carneadi l’indirizzo del potente al quale
rivolgersi per ottenere di volta in volta una attenzione particolare su ciascun
episodio di malagiustizia di cui proprio il dicastero da Lei guidato è il
maggiore responsabile?
E' vergognoso assistere a questi episodi di malapolitica e malagiustizia ed è giusto che Lei tenga ad evidenziarli in maniera così chiara. Molto bella la richiesta da Lei fatta al Ministro alla fine di questo Suo intervento! Cordialità
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