Non voglio unirmi a quanti danno addosso a Battiato, ci sono
già tanti censori in giro senza doverne aggiungere altri che rischiano di far
apparire il nostro eroe una sorta di Francesco Ferrucci alla mercé di
Maramaldo.
Sia chiaro che Battiato non è difendibile, si può
condividere il suo sdegno per i politicanti, ma le parole, quelle no. Qualcuno
ha detto che le parole sono pietre e le parole dette da Battiato non hanno
attenuanti, anzi sono la spia di un grigiore culturale che la sua storia di cantautore
capace, pur con i limiti di una improbabile spocchia esoterica, di farci volare
nell’etere di una qualche spiritualità e di incantare i nostri cuori, non
lasciava sospettare. Ma guai ad addossare tutta la colpa a Battiato.
Guardiamoci dentro e, se siamo onesti, ammettiamo che egli
è il frutto di una tendenza alla
piaggeria con cui creiamo i miti di una certa area. Di Battiato abbiamo fatto
addirittura una icona della cultura e ce lo siamo coccolato come si fa con l’autore
di capolavori del pensiero oltre che della canzonetta. Abbiamo equivocato con
la sua figura ed abbiamo confuso i due piani con il risultato che egli ci ha
creduto ed ha ritenuto di essere veramente un uomo di cultura al quale la
statura concedeva il diritto di trasgredire. Stordito dagli effluvi con cui lo
abbiamo incensato, egli ha ritenuto di considerarsi un oracolo al quale è
consentito sproloquiare impunemente. La sua figura ieratica ce lo propone
assiso in una dimensione siderale dall’alto della quale guarda con compatimento
il resto del mondo e lo giudica con severità, forte della sua superiorità e
della solita altezzosità morale che connota, guarda caso, chi sotto un cuore
intransigente custodisce un portafogli ben fornito.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti e fa male constatare
come nessuno, specie tra quanti lo hanno celebrato, gli abbia concesso una
qualsiasi attenuante. Lo abbiamo elevato sugli scudi senza avvertire il senso
del ridicolo e della misura, e con la stessa improntitudine lo gettiamo nella
polvere senza tanti complimenti.
Come Saturno fagocitiamo i miti che creiamo assolvendo le
nostre colpe.
Nessun commento:
Posta un commento