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giovedì 21 marzo 2013


Dell’indecenza

In questi giorni ricorre spesso la parola “indecenza”.
E’ indecente, secondo Bersani, la proposta del PDL di candidare un suo uomo alla presidenza della Repubblica.
E’ indecente, secondo Grillo, che D’Alema possa aspirare a diventare lui il Capo dello Stato.
Non ha usato il termine indecenza ma non si discostano molto dalla scandalizzata denuncia di lesa maestà i toni usati da Rodolfo Sabelli, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, nel bacchettare Ostellino che ha osato definire la magistratura un organismo amministrativo anziché un Potere dello Stato.
E’ indecente, secondo alcuni grillini , che i loro eletti non possano esprimersi secondo coscienza disobbedendo ai diktat dei capi e, al contrario, sempre secondo altri grillini, è indecente che si pretenda autonomia dall’ortodossia del capo.
E’ indecente, secondo l’uomo della strada che imperversa in rete, che vengano riconosciuti i diritti fondamentali a chi ha sbagliato e in particolare che sia riconosciuto il diritto alla pietà.
Potrei elencare all’infinito i casi lamentati di indecenza, c’è tanta voglia in giro di dare la stura alle proprie frustrazioni! Voglio invece cimentarmi nel tentativo di smascherare l’ipocrisia dell’ indecenza, ponendo una serie di domande.
Non amo Berlusconi e non mi sognerei mai di fare una sua difesa d’ufficio. Ma è decente che Bersani definisca indecente la proposta del PDL di esprimere il nome del prossimo Presidente della Repubblica, nello stesso momento in cui trova decente che PD e SEL si siano aggiudicate presidenza della Camera e del Senato, pretendano di guidare il governo e di mettere cappello anche sulla poltrona più alta delle Istituzioni? Siamo o non siamo in presenza di una occupazione che premia eccessivamente PD e SEL votati dal 29% degli elettori ed esclude dai giochi PDL e Lega che hanno una uguale consistenza di suffragi e dunque sono legittimati in pari misura ad avere una loro rappresentanza nelle Istituzioni? Non siamo al solito vizietto della sinistra di demonizzare l’avversario politico disconoscendo ai parlamentari votati da 9.000.000 di elettori di centro destra il diritto di avere un loro ruolo nella dialettica politica e destinandoli alla marginalità, in nome della decenza e dunque con la solita arroganza etica di chi pretende di avere il monopolio della superiorità morale? Parlare di golpe è esagerato, ma di indecenza si può.
E’ decente che Grillo definisca D’Alema una specie di avventuriero privo dei requisiti per aspirare alla carica di Capo dello Stato preconizzando un settennato di inciuci? Va bene il dissenso ma perché l’insulto gratuito?
E’ decente che il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati rivendichi per la magistratura la denominazione, che, sia chiaro, le compete, di Potere dello Stato respingendo con sdegno la denominazione che parimenti le compete di struttura di servizio che amministra la giustizia ubbidendo al corpo delle leggi? Quando il dr. Sabelli giustamente pretende che la magistratura sia un Potere autonomo e indipendente a garanzia per tutti i cittadini della tutela dei loro diritti, si  domanda se al privilegio dell’indipendenza corrisponda sempre il dovere del servizio e se questa indipendenza sia stata sempre ben spesa? Trova decente il dr. Sabelli che in Italia si siano verificati casi come quello di Tortora, come quello dei sette innocenti condannati all’ergastolo per la strage di via D’Amelio, come quello di Stefano Cucchi morto in carcere in circostanze oscure, come quello di Ottaviano Del Turco arrestato ed esposto alla gogna in una tronfia conferenza stampa del Pubblico Ministero con accuse che, dopo tanti anni, non sono state provate ma anzi cominciano a sgretolarsi, come quello di Angelo Rizzoli che sta morendo in carcere perché non si trova un giudice capace di assumersi la responsabilità di farlo morire a casa nonostante sia affetto da “sclerosi multipla con emiparesi spastica emisoma destro, ipertensione arteriosa, grave insufficienza renale cronica prossima alla dialisi, diabete mellito, tre vasi coronarici compromessi da una pregressa angina, mielopatia compressiva del midollo cervicale” secondo quanto ci riferisce l’on. Luigi Manconi?  E’ in grado il dr. Sabelli di informarci sulle iniziative prese dal Consiglio Superiore della Magistratura contro i magistrati responsabili di questi torti nei confronti di cittadini inermi che hanno solo nella legge la loro tutrice e che proprio dal tradimento dello spirito della legge non sono stati tutelati? E’ decente che, in assenza di una severa attività di controllo dell’organismo di autogoverno della magistratura ed anzi in presenza di un arroccamento su posizioni di difesa ad oltranza dei torti di essa, il Terzo Potere assuma le connotazioni di una corporazione autoreferenziale e traduca la sua indipendenza in insindacabilità, in impunità e arbitrio?
E’ decente che i grillini, prima cavalchino la deriva populista del gran capo conoscendone i limiti e accettandoli pur di introitare un seggio in Parlamento e, a bottino incassato, lo disconoscano con la pretesa della libertà di coscienza e di decisione? E d’altra parte è decente che Grillo pretenda di decidere per tutti e di dettare le decisioni ispirate dal suo uzzolo a uomini e donne che hanno ricevuto un mandato dal popolo, disponendo egli di un consenso fondato più su anime variegate che su una piattaforma ideale comune dibattuta e decisa in un consesso formalmente costituito ed essendo dunque prigioniero degli umori altalenanti della democrazia diretta che non sempre ne riconosce il ruolo e che spesso lo scavalca? Gioie e dolori del populismo che per la sua stessa natura e perché non ha avuto il tempo di tradursi in una forte connotazione, sfugge al volere del capo e, di contro, apre le maglie all’ingresso nella sua cittadella di personaggi provenienti dalla militanza in formazioni politiche fortemente ideologizzate che, camuffati da grillini, ne condizionano le scelte per conto della vecchia casa madre. L’elezione di Grasso docet ed è solo l’anticipo di che cosa potrà ancora accadere quando ci sarà da formare il governo.
In tutto questo ad avere la peggio è, come al solito, il popolo bue.
Però, quando scorriamo i commenti sui social network e ci tocca sorbirci le disgustose performances delle tricoteuses sedute ai piedi delle disgrazie altrui a sghignazzare e insultare, quando leggiamo le demenziali sparate degli internauti rigorosamente anonimi e con licenza di sproloquiare, allora si, ammettiamo che il popolo bue merita di avere la peggio.   

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