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mercoledì 8 settembre 2010

L’etica in cattedra

E’ un mistero il motivo per il quale il prof. Mancuso ha reso pubblico il proprio travaglio a proposito dell’opportunità o meno di continuare a pubblicare per Mondadori, perché ha avvertito questo travaglio così tardi, perché, avendo infine sciolto ogni riserva e deciso di non pubblicare più per Mondadori, ha escluso da questa sua decisione il suo ultimo lavoro che uscirà ancora per i tipi di Mondadori. Siamo assediati da un’orgia di etica ostentata e predicata dai pulpiti più improbabili a proposito e a sproposito, attribuita a ciò cui non va attribuita, passaporto per le escursioni più spericolate nel mondo dell’illogico purché odori d’incenso, orgia d’ipocrisia in cui le coscienze individuali sono portate all’ammasso e i soliti sacerdoti della superiorità morale si siedono in cattedra pretendendo di impartirci lezioni di morale e finendo per snaturare l’onesta etica e trasformarla in moralismo. Ebbene, un uomo del valore di Mancuso rischia di trovarsi in simile compagnia quando chiama a raccolta gli autori che pubblicano per Mondadori e li invita ad un giudizio comune che sa tanto di ordalia. Perché rivendicare pubblicamente l’etica e inflazionarla in un ambito così vasto invece di recintarla nel proprio intimo? Ritengo che un’etica sentita nel suo spirito più autentico avrebbe dovuto dissuadere Mancuso dal tentativo di coinvolgere nella sua decisione di lasciare Mondadori altri autori evitando un sabotaggio che un sodalizio così antico e rispettoso delle reciproche dignità non meritava e che la sua coscienza avrebbe dovuto sconsigliare proprio per un imperativo di natura etica. Dissentire si, scegliere altre vie va bene, ma senza tanto clamore. E non solo, se il prof. Mancuso tira in ballo pubblicamente l’etica come motivazione del suo disagio nel continuare a collaborare con Mondadori, si espone a rilievi difficilmente non condivisibili. E’ già un azzardo considerare l’etica la stella polare della teologia, ancor di più lo è pretendere di farla coincidere con l’economia. Che c’entra infatti l’etica con le logiche aziendali? Le aziende obbediscono a criteri che hanno a cuore gli utili e in questo obiettivo consiste la loro etica visto che nascono con questa vocazione che, fra l’altro, non è fine a se stessa ma produce il risultato virtuoso dei posti di lavoro e dunque del benessere sociale. Certo non si può tollerare che le aziende non rispettino le leggi ma non mi risulta che Mondadori sia un’azienda fuori legge e, se per il prof. Mancuso il problema è che l’azienda di Segrate possa avere qualche scheletro nell’armadio, stia attento a dove approda. Forse che pubblicando per un’altra casa editrice egli può essere sicuro di ciò che si annida nell’armadio di essa o pretenderà di leggerne i libri contabili prima di iniziare la sua collaborazione? L’etica è una categoria spietata che non concede sconti e allora tanto vale che il prof. Mancuso, se teme di sporcarsi con gli schizzi della spregiudicatezza umana, affidi i suoi scritti ai tamburi della savana. Rimane il mistero del perché i suoi scrupoli giungono così in ritardo in relazione ad una collaborazione posta in essere quando già la Mondadori era accusata di essere stata introitata da Berlusconi grazie ad una operazione di compravendita di giudici? Ma ho paura che esso sia destinato a restare insoluto.

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