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martedì 12 gennaio 2010

RICEVO E PUBBLICO LA LETTERA CHE MI E' PERVENUTA DAL SIGNOR LEONE BRUZZANITI:

Signori visitatori del blog,
in un paese, sedicente civile, che si indigna del fatto che un ex detenuto apra un sito nel quale possano trovare “asilo” argomenti scomodi, anch’io mi indigno!!! E dico, rivolgendomi agli indignati, che una vera democrazia non sarà mai tale fintantoché si pronunceranno giudizi unilaterali.
Il dialogo che nasce dal dissenso è la crescita delle culture che fanno conquiste.
La democrazia non sarebbe tale se il popolo non fosse stato sdoganato dalla suburra e lasciato libero di manifestare le proprie idee. Un governo senza opposizione è una dittatura mascherata!
Indignarsi senza la cognizione dei fatti e delle circostanze sui quali si fonda ogni storia, equivale a professare la fede cristiana senza le opere.
Io sono il detenuto Bruzzaniti Leone, uno dei tanti che vive nel limbo della giustizia, in attesa che questa si riveli oltre la mostruosa volontà di vendetta.
La logica che ispira l’espiazione della pena intende la detenzione quale forma risarcitoria nei confronti della società ma non prescinde da percorsi rieducativi previsti da chi ha percepito nei confronti dei “devianti” una scintilla di carità cristiana. Se non fosse che la cultura giustizialista, pascendo tutti di odio, ha annullato le buone intenzioni!
La veemenza dello Stato nel volere battere il crimine (non poi così organizzato viste le débâcles e gli abusi cui vanno incontro i criminali) si confonde con il giustizialismo della “mafia dell’antimafia” (cito Sciascia) che imperversa sulla “gente di carta” (chiamo così tutti quelli il cui identikit è stato tracciato da una certa letteratura giudiziaria sulla scorta dei rapporti di polizia).
La verità è che anche i giudici che lamentano di non volere andare soggetti a volontà politica hanno perso il senso di autonomia del loro ruolo rispondendo deliberatamente alle logiche di una parte politica. Talchè si concretizza un assoggettamento del popolo a tutto tranne che al diritto. Il pensiero non può non andare a Sciascia quando in “A futura memoria” ha predetto che la giustizia avrebbe combattuto i mafiosi con i loro stessi sistemi facendo venire meno il diritto e la democrazia. Il mio immaginario scivola tra le righe di quella “Fattoria degli animali” di Orwell in cui si disvelano i privati vizi e le pubbliche virtù dei grandi malfattori che costruiscono i Palla di Neve di turno per potere dire che i diritti, sotto l’egida del crimine, sono uguali quasi per tutti.
Un paese civile dovrebbe indirizzare le proprie forze alla prevenzione piuttosto che reprimere e volare, decennio dopo decennio, sulle ali delle leggi emergenziali.
Cari visitatori, a ciascuno la propria indignazione e poiché “fatti non fummo a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”, facciamo si che le nostre virtù e la nostra conoscenza non siano inquinate dalla verità dei vincenti che, volenti o nolenti, scrivano la storia avvelenando spesso il mondo e l’anima dei suoi abitanti.

2 commenti:

  1. mio caro amico leone bruzzaniti 6 un sbaglio della giustzia italiana io ho passato questi maledeti tempi con te a buon caminno cagliari con stima tuo amico jimmy

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  2. mio caro amico leone bruzzaniti 6 un sbaglio della giustzia italiana io ho passato questi maledeti tempi con te a buon caminno cagliari con stima tuo amico jimmy

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