Visualizzazioni totali

domenica 2 novembre 2014


La sentenza Cucchi

La sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Roma ha assolto tutti gli imputati nel processo per la morte di Stefano Cucchi.  Il reato è stato indubbiamente consumato ma la sentenza non è riuscita a individuare i colpevoli, dunque nessuna condanna. Non solo, ma alla incapacità di rendere giustizia al povero Cucchi, si aggiunge lo scherno di affermazioni di dubbio gusto del tipo: “La sua fine è frutto di una vita dissoluta” ( Tonelli, segretario del sindacato di polizia ). Dunque, se uno ha condotto una vita dissoluta merita di essere massacrato!                                                                                                                                                                          Ma l’oscenità non si ferma qui. Basta leggere le dichiarazioni con cui gli imputati e i loro difensori hanno salutato la sentenza di assoluzione.  “Insieme ai miei colleghi sono stato accusato di barbarie………non auguro a nessuno di subire quello che abbiamo subito noi…….ma io, noi siamo innocenti” ( l’agente Minichini ), “Il punto nodale era ed è che esistono dubbi sulla causa della morte di Cucchi, e questo esclude la responsabilità dei medici” ( l’avvocato Gaetano Scalise, difensore del primario Fierro ), “L’effetto mediatico che qualcuno ha voluto portare alla ribalta non ha sortito alcun effetto, se avessero avuto più coraggio i primi giudici avrebbero emesso la sentenza di assoluzione” ( Corrado Oliviero, legale di uno degli agenti ). Tutti per bene, tutti innocenti!  Ora, che un imputato proclami la propria innocenza ci può stare, io stesso ho contestato la sentenza che mi ha condannato per mafia ritenendola ingiusta, ma ho pagato il mio conto. Qua, non solo nessuno paga niente ma gli imputati che in qualche modo hanno avuto a che fare con questa vicenda e ne sono responsabili ( qualcuno sicuramente lo è anche se non è stato individuato ), hanno, come si dice a Napoli, la spudoratezza di fottere e piangere, incassano l’assoluzione e frignano, con l’aria di cadere dalle nuvole, perché la loro reputazione di galantuomini è stata messa a repentaglio, gridando al torto subito e dimenticando che l’unico ad avere subito un torto è stato Stefano Cucchi, con l’aggravante che il torto non ha autori. Le immagini  di Stefano in tutta la loro crudezza sono lì a parlare di un delitto e, nonostante ciò, nessun colpevole, tutti a negare le loro responsabilità a dispetto della decenza. I signori imputati erano in tutt’altre faccende affaccendati e quel povero ragazzo pestato e lasciato morire dentro le mura delle istituzioni è un accidente del caso che non sfiora le loro coscienze.                                                                                                                                                                               I soli colpevoli restano Cucchi vittima della sua “vita dissoluta” e della sorte avversa che lo ha condannato ad una morte senza autori, e lo Stato, vittima della propria impotenza, nel cui seno si annidano uomini alcuni dei quali hanno sicuramente mentito nel più puro stile mafioso, obbedienti ad uno  spirito di corpo omertoso.

Nessun commento:

Posta un commento