Le iene
La conferma in Cassazione della sentenza di condanna per
frode fiscale a carico di Berlusconi non si presta a contestazioni. E’ l’ultima
pronuncia con cui è stata accertata, al di là di ogni ragionevole dubbio, la
colpevolezza dell’imputato. E’ la verità processuale ultima nei confronti della
quale non resta che la rassegnazione. Certo se ne può dissentire affermando che
la verità processuale è pur sempre la verità degli uomini ma non ci si può
sottrarre alle conseguenze di essa. Uno dei caratteri della legge è la coazione
che ci obbliga ad espiare la pena e dunque stupisce l’affermazione pleonastica
di chi raccomanda che la sentenza venga applicata. C i mancherebbe!
Naturalmente, vista la caratura dell’imputato, si sono
scatenate le prevedibili esagerazioni in un senso e nell’altro. C’è chi parla di
giustizia politica e di accanimento, di guerra ventennale tra potere giudiziario e politico che si è
conclusa con la vittoria della magistratura e c’è chi ha salutato la sentenza
come una specie di lavacro che ha finalmente purificato lo scenario restituendo
il profumo di lavanda alla nostra politica inquinata dal virus berlusconiano.
Adesso finalmente la politica, liberata dal cancro, può dispiegarsi verso le
sue magnifiche sorti e progressive.
Nessuno che abbia avvertito il senso della misura.
Non certo chi si è improvvisato sceriffo e ha proclamato che
vigilerà sull’applicazione della sentenza, come se ci fosse un vuoto di potere
e si sentisse il bisogno dello zelo interessato di chi pretende di riempire
questo vuoto mostrando i muscoli per compiacere la piazza.
Non certo chi esibisce il volto livido di soddisfazione e
sollecita la cacciata di Berlusconi dal
Parlamento. I signori giustizialisti in servizio permanente effettivo riescono
a tenere a freno la bava alla bocca e aspettare che la legge faccia il suo
corso? La legge, se non sbaglio, ha dimostrato di non fare sconti a Berlusconi.
Non certo il popolo viola e la variegata galassia dei
cromatismi più improbabili che festeggiano nelle piazze a champagne.
Non certo i soliti talebani della rete, dove Berlusconi è
stato paragonato ad Al Capone.
Una vera orgia del kitschy in cui si è data la stura ai peggiori
istinti.
Si può affermare che Berlusconi è un delinquente perché
condannato in via definitiva ma la condanna non può servire da alibi per fughe
da responsabilità che investono tutta la classe politica. Sfido chiunque a
dimostrare che il Cavaliere ( ancora per poco ) è il male assoluto e che gli
altri sono dei verginelli di primo pelo.
Egli è un personaggio che ha rappresentato e rappresenta una parte
considerevole di un popolo che ha creduto in lui e che non merita di essere
trattato alla stregua di una accozzaglia di sprovveduti sub-dotati, in questo
Paese ha svolto un suo ruolo ( e lasciamo stare se bene o male ) e ha avuto una
sua dimensione istituzionale e imprenditoriale che non possono essere liquidati
con lo sprezzo della rimozione, con lui bisognerà ancora fare i conti, e quanti
lo demonizzano barando con le responsabilità sono in malafede e non rendono un
buon servizio al Paese. Se passa la vulgata che i cattivi sono solo da una
parte, i buoni continueranno a fare sfracelli.
Berlusconi andrà in carcere ( gli arresti domiciliari non
cambiano la sostanza con buona pace di Stille ), si farà più male di un comune cittadino nel pagare il suo conto
con la giustizia perché cadrà da un ramo più alto, soprattutto è un uomo
provato come tutti coloro che incappano nei rigori della legge e vivono il
dramma del tintinnio delle manette ( seppure in questo caso virtuali ).
Ce n’è abbastanza per pretendere un po’ di misura e chiedere
che ad uomini vittime di questo dramma venga riservata la sobrietà del rispetto,
non la sinistra risata delle iene. Il rispetto che reclama Napolitano non può
essere limitato ai soli vincitori.
Ottimo post, come sempre...sembra quasi che il lettore possa "guardare" quello che lei esprime così chiaramente. Cordialmente. Michele.
RispondiEliminaLe ho inviato un messaggio dalla mia e-mail. Spero che lo abbia ricevuto e ne gradisca il contenuto. Cordialmente, con stima. Michele
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