Dell’indecenza
In questi giorni ricorre spesso la parola “indecenza”.
E’ indecente, secondo Bersani, la proposta del PDL di
candidare un suo uomo alla presidenza della Repubblica.
E’ indecente, secondo Grillo, che D’Alema possa aspirare a
diventare lui il Capo dello Stato.
Non ha usato il termine indecenza ma non si discostano molto
dalla scandalizzata denuncia di lesa maestà i toni usati da Rodolfo Sabelli,
presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, nel bacchettare Ostellino
che ha osato definire la magistratura un organismo amministrativo anziché un
Potere dello Stato.
E’ indecente, secondo alcuni grillini , che i loro eletti
non possano esprimersi secondo coscienza disobbedendo ai diktat dei capi e, al
contrario, sempre secondo altri grillini, è indecente che si pretenda autonomia
dall’ortodossia del capo.
E’ indecente, secondo l’uomo della strada che imperversa in
rete, che vengano riconosciuti i diritti fondamentali a chi ha sbagliato e in
particolare che sia riconosciuto il diritto alla pietà.
Potrei elencare all’infinito i casi lamentati di indecenza,
c’è tanta voglia in giro di dare la stura alle proprie frustrazioni! Voglio
invece cimentarmi nel tentativo di smascherare l’ipocrisia dell’ indecenza,
ponendo una serie di domande.
Non amo Berlusconi e non mi sognerei mai di fare una sua
difesa d’ufficio. Ma è decente che Bersani definisca indecente la proposta del
PDL di esprimere il nome del prossimo Presidente della Repubblica, nello stesso
momento in cui trova decente che PD e SEL si siano aggiudicate presidenza della
Camera e del Senato, pretendano di guidare il governo e di mettere cappello
anche sulla poltrona più alta delle Istituzioni? Siamo o non siamo in presenza
di una occupazione che premia eccessivamente PD e SEL votati dal 29% degli
elettori ed esclude dai giochi PDL e Lega che hanno una uguale consistenza di
suffragi e dunque sono legittimati in pari misura ad avere una loro
rappresentanza nelle Istituzioni? Non siamo al solito vizietto della sinistra
di demonizzare l’avversario politico disconoscendo ai parlamentari votati da
9.000.000 di elettori di centro destra il diritto di avere un loro ruolo nella
dialettica politica e destinandoli alla marginalità, in nome della decenza e
dunque con la solita arroganza etica di chi pretende di avere il monopolio
della superiorità morale? Parlare di golpe è esagerato, ma di indecenza si può.
E’ decente che Grillo definisca D’Alema una specie di
avventuriero privo dei requisiti per aspirare alla carica di Capo dello Stato
preconizzando un settennato di inciuci? Va bene il dissenso ma perché l’insulto
gratuito?
E’ decente che il presidente dell’Associazione Nazionale
Magistrati rivendichi per la magistratura la denominazione, che, sia chiaro, le
compete, di Potere dello Stato respingendo con sdegno la denominazione che
parimenti le compete di struttura di servizio che amministra la giustizia
ubbidendo al corpo delle leggi? Quando il dr. Sabelli giustamente pretende che
la magistratura sia un Potere autonomo e indipendente a garanzia per tutti i cittadini
della tutela dei loro diritti, si
domanda se al privilegio dell’indipendenza corrisponda sempre il dovere
del servizio e se questa indipendenza sia stata sempre ben spesa? Trova decente
il dr. Sabelli che in Italia si siano verificati casi come quello di Tortora,
come quello dei sette innocenti condannati all’ergastolo per la strage di via
D’Amelio, come quello di Stefano Cucchi morto in carcere in circostanze oscure,
come quello di Ottaviano Del Turco arrestato ed esposto alla gogna in una tronfia
conferenza stampa del Pubblico Ministero con accuse che, dopo tanti anni, non
sono state provate ma anzi cominciano a sgretolarsi, come quello di Angelo
Rizzoli che sta morendo in carcere perché non si trova un giudice capace di
assumersi la responsabilità di farlo morire a casa nonostante sia affetto da
“sclerosi multipla con emiparesi spastica emisoma destro, ipertensione
arteriosa, grave insufficienza renale cronica prossima alla dialisi, diabete
mellito, tre vasi coronarici compromessi da una pregressa angina, mielopatia
compressiva del midollo cervicale” secondo quanto ci riferisce l’on. Luigi
Manconi? E’ in grado il dr. Sabelli di
informarci sulle iniziative prese dal Consiglio Superiore della Magistratura
contro i magistrati responsabili di questi torti nei confronti di cittadini
inermi che hanno solo nella legge la loro tutrice e che proprio dal tradimento
dello spirito della legge non sono stati tutelati? E’ decente che, in assenza
di una severa attività di controllo dell’organismo di autogoverno della
magistratura ed anzi in presenza di un arroccamento su posizioni di difesa ad
oltranza dei torti di essa, il Terzo Potere assuma le connotazioni di una
corporazione autoreferenziale e traduca la sua indipendenza in insindacabilità,
in impunità e arbitrio?
E’ decente che i grillini, prima cavalchino la deriva
populista del gran capo conoscendone i limiti e accettandoli pur di introitare
un seggio in Parlamento e, a bottino incassato, lo disconoscano con la pretesa
della libertà di coscienza e di decisione? E d’altra parte è decente che Grillo
pretenda di decidere per tutti e di dettare le decisioni ispirate dal suo
uzzolo a uomini e donne che hanno ricevuto un mandato dal popolo, disponendo
egli di un consenso fondato più su anime variegate che su una piattaforma
ideale comune dibattuta e decisa in un consesso formalmente costituito ed
essendo dunque prigioniero degli umori altalenanti della democrazia diretta che
non sempre ne riconosce il ruolo e che spesso lo scavalca? Gioie e dolori del
populismo che per la sua stessa natura e perché non ha avuto il tempo di
tradursi in una forte connotazione, sfugge al volere del capo e, di contro,
apre le maglie all’ingresso nella sua cittadella di personaggi provenienti
dalla militanza in formazioni politiche fortemente ideologizzate che, camuffati
da grillini, ne condizionano le scelte per conto della vecchia casa madre.
L’elezione di Grasso docet ed è solo l’anticipo di che cosa potrà ancora
accadere quando ci sarà da formare il governo.
In tutto questo ad avere la peggio è, come al solito, il
popolo bue.
Però, quando scorriamo i commenti sui social network e ci
tocca sorbirci le disgustose performances delle tricoteuses sedute ai piedi
delle disgrazie altrui a sghignazzare e insultare, quando leggiamo le
demenziali sparate degli internauti rigorosamente anonimi e con licenza di
sproloquiare, allora si, ammettiamo che il popolo bue merita di avere la
peggio.