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domenica 24 aprile 2011

Pasqua


La Pasqua giunge al cuore del cristiano con un impatto più dirompente di qualsiasi altra ricorrenza perché con essa si compie la missione di Cristo.
L’uomo porta con se la dote del male con il cui mistero si sono confrontati importanti uomini di pensiero e persino padri della Chiesa, senza esiti convincenti. Uno dei più agguerriti tra essi, S. Agostino, sostiene che la realtà è solo ciò che proviene da Dio che è bene e dunque il male, in quanto negazione del bene e deficienza dell’essere, mancanza di sostanza che si verifica quando l’uomo volge le spalle a Dio e si rivolge a se stesso e al proprio interesse, non è reale.
Viene facile opporre che, se tutto proviene da Dio che è bene, se la volontà dell’uomo finisce dove comincia la volontà di Dio e l’uomo agisce in grazia di Dio, non si spiega come l’uomo volga le spalle a Dio e operi quella privazione dell’essere che si traduce in volizione del male. Tranne che non si argomenti che Dio ha un suo limite che non riesce a prescindere dal male o peggio che, in quanto artefice dell’uomo, è anche artefice del male dell’uomo. Vengono in mente le riflessioni di Voltaire secondo cui un Dio che tollera il male o non può evitarlo, è impotente, o non vuole evitarlo e, in questo caso è malvagio. E non convince la spiegazione di S.Agostino secondo cui il destino dell’uomo si compie in quel mondo di gradi inferiori rispetto a Dio dipendenti dalla finitudine delle cose create, in balia del suo male e della predestinazione che prescinde dalle azioni.
Secondo questa tesi l’uomo non può far nulla per guadagnarsi la salvezza se non confidare nella grazia crudele e cieca di Dio, un concetto ripreso da Leibniz secondo cui il male coincide con le imperfezioni connesse alla limitatezza dell’uomo nell’ambito dell’armonia prestabilita con cui Dio ha creato il migliore dei mondi e in cui il male è stato dato in dote all’uomo senza gli strumenti per riscattarsi che non siano la grazia di Dio.
Come si vede, per quanti sforzi facciamo per dare una spiegazione al mistero del male, le risposte non sono convincenti e siamo tentati di arrenderci di fronte a questo arcano che ci appare ineluttabile.
L’uomo è dunque destinato a soccombere al male?
La scelta di Dio di concedere all’uomo la volontà di convergere verso di Lui o di rinnegarLo, di realizzare il male ma anche il bene, quel libero arbitrio che può perderlo ma anche salvarlo, la libertà che può anche essere libertà di agire paradossalmente contro la volontà di Dio, lancia una sfida che da un senso all’ esistenza e la riempie di quella dignità senza la quale l’uomo sarebbe una marionetta senza volontà e senza scopo.
Ma di fronte ai castighi della natura, alle tragedie che prescindono dalla volontà dell’uomo, cosa possiamo opporre?
Il male come l’amore sono misteri che non si possono spiegare ed essi si contrappongono in una partita in cui la posta in gioco è fondamentale. In questa partita Dio ha scelto con chi stare.
Egli è a fianco dell’uomo al punto da condividerne la sofferenza attraverso il sacrificio di Cristo innocente, inviando un messaggio che parla di una nuova speranza per l’uomo, di come l’unico strumento capace di combattere e battere il male sia lo strumento dell’amore di cui Egli è venuto a darci un esempio sublime e grazie al quale hic et nunc si compie il destino di noi figli di Dio.
La Pasqua ci riconcilia con Dio e ci riporta alla Sua estrema misericordia e al Suo amore per l’uomo.

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