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mercoledì 20 aprile 2011

L’ineluttabilità degli imbecilli

I manifesti apparsi a Milano “Via le B.R. dalle Procure”, non hanno bisogno di commenti. Sono il sintomo di un clima d’odio che non può non preoccupare e fanno bene quanti denunciano la barbarie cui si è giunti, mettendo in guardia contro la deriva istituzionale e il rischio di una escalation che può portare ad una situazione fuori controllo. E tuttavia sono tanto stupidi da potersi considerare innocui, anche se invitano a qualche riflessione. Tutti additano in Berlusconi il mandante morale di quei manifesti e non c’è dubbio che il presidente del Consiglio ce l’ha messa tutta per esasperare gli animi e armare la mano dei solerti servi sciocchi che ritengono con l’esercizio della piaggeria di compiacere il Principe. Ma il problema non è solo Berlusconi e chi si benda gli occhi esercitando altrettanta piaggeria nei confronti della magistratura commiserata come la vittima innocente delle vessazioni del Principe, non rende un buon servizio alla verità e alla stessa magistratura.
Si dice giustamente che i magistrati devono non solo essere ma apparire imparziali, e allora domandiamoci se i magistrati appaiono sempre imparziali.
Nell’assetto istituzionale quello dei magistrati è uno degli ordini più tutelati dalla Costituzione e da una serie di garanzie che ne assicurano l’indipendenza e ne fanno un autentico potere autonomo rispetto agli altri poteri dello Stato. Dispongono di un organo di autogoverno che li difende da intrusioni esterne, di un sindacato potente e ascoltato, di canali istituzionali ai massimi livelli attraverso cui fare sentire la loro voce, dellla possibilità di essere ascoltati nelle commissioni parlamentari in jure condendo e di ricorrere alla Consulta in jure condito. Sono privilegi del tutto legittimi in considerazione del delicato compito ad essi affidato ma tali privilegi devono essere meritati non solo in virtù delle prerogative stabilite dalla legge ma anche dei comportamenti che devono essere al di sopra di ogni sospetto.
Quando il dr. Cascini, segretario della ANM afferma che “ questa maggioranza non ha la legittimazione storica, politica e morale per affrontare il tema della giustizia”, non appare certamente al di sopra di ogni sospetto
Quando i magistrati, nonostante il massiccio apparato di strumenti istituzionali di cui dispongono, rivendicano il diritto di parola in ambito diverso da questi strumenti, esercitano un loro sacrosanto diritto di cittadini, ma in quanto tali non possono invocare il rispetto dovuto al magistrato e devono accettare i toni e i contenuti anche accesi di una dialettica a volte aspra e soprattutto si sottraggono alla loro aura di imparzialità.
Quando le Procure lasciano trapelare la notizia di reato a carico di un indagato e la blindano quando essa è a carico di un indagato più “speciale” o dimenticano di distruggere intercettazioni che la legge impone di distruggere e le danno in pasto all’opinione pubblica, esse appaiono schierate e può accadere di tutto, anche che degli stupidi si abbandonino a deliranti esternazioni.
Non c’è alcuna giustificazione nei confronti dei manifesti apparsi a Milano e nessuna condanna è mai abbastanza forte, ma è mai possibile che la magistratura non sappia essere più sobria ed evitare di fornire alibi agli imbecilli di turno?

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