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giovedì 23 dicembre 2010
Della carcerazione preventiva
In un botta e risposta a Otto e Mezzo del 20 dicembre Di Pietro si è sentito accusare da Porro, vice direttore del Giornale, di non essere coerente col suo passato di pm artefice, all’epoca di tangentopoli, di quella stessa carcerazione preventiva che adesso boccia nella versione proposta da Gasparri contro la violenza nelle manifestazioni degli studenti. Di Pietro ha risposto che anche uno studente al primo anno di giurisprudenza sa che la carcerazione preventiva ampiamente impiegata all’epoca di tangentopoli era uno strumento della magistratura contro chi aveva commesso un reato, mentre la carcerazione preventiva proposta da Gasparri è uno strumento che verrebbe utilizzato dal potere esecutivo contro chi ancora il reato deve commettere. Orbene la carcerazione preventiva è già difficile da accettare, (e infatti da più parte se ne auspica una modifica) persino quando ricorrono i requisiti di legge che la rendono necessaria, figurarsi se può essere condivisa allorché viene invocata, come fa Gasparri, contro degli innocenti che ancora non si sono macchiati di alcun reato. Ma è anche vero che la carcerazione preventiva di cui ha abusato Di Pietro all’epoca di tangentopoli aveva come destinatario non, come egli sostiene, chi aveva commesso un reato bensì chi era accusato di avere commesso un reato ed era quindi presumibilmente innocente. C’è una bella differenza che dovrebbe cogliere non dico uno studente al primo anno di giurisprudenza ma almeno un laureato in giurisprudenza che ha esercitato la funzione di magistrato, seppure semi analfabeta. Tranne che non sia in malafede!
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