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martedì 29 dicembre 2009

Lettera a Gesù

L'indignazione con cui da più parti è stata accolta la lettera a Gesù di Di Pietro, stupisce ancora di più della improntitudine della lettera stessa. Perché indignarsi?
Ci indignamo forse perché gli uccelli cinguettano, perché la notte succede al giorno e la morte alla vita, perché gli alberi danno frutti, il sole sorge e la luna si staglia bianca nel cielo?
Sono categorie scontate che abbiamo imparato ad accettare senza alcuna discussione.
Di Pietro e il suo modo d'essere appartengono a queste categorie e dunque non ha senso scandalizzarsi leggendo le ovvietà contenute in una lettera che ricalca un copione stantio con il quale avremmo dovuto imparare da tempo a convivere.
Di Pietro ci ha abituati alla consacrazione della sua natura assoluta e pura e, se ci muoviamo a compassione per Tartaglia invocandone il ricovero in manicomio, dobbiamo essere capaci di nutrire altrettanta commiserazione per il delirante bardo del giustistialismo nostrano disperatamente impegnato a dare un contenuto morale alla sua politica stracciona.

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