La mistica della carne
Mi sono avvicinato con curiosità alla lettura del libro di Fabrice Hadjadj, "La mistica della carne", sperando di trovarvi quel che cercavo. E l'ho trovato! E' un libro in cui l'autore, filosofo arabo convertito al cattolicesimo, restituisce alla carne una dignità da sempre negata dal dualismo tra corpo e spirito e dalla fede cattolica secondo cui il piacere del corpo e l'amore carnale sono da considerare un peccato incompatibile con la fede in Dio e la spiritualità dell'anima.
Ebbene Hadjadj sostiene che non c'è incompatibilità tra spiritualità e sessualità e che tra Dio, Cristo e la carne c'è alleanza. Naturalmente Hadjadj parla di corpi che hanno un'anima e di sesso ricco di una propria sensibilità, di una propria coscienza, oseremmo dire, di un proprio progetto e di un fondamento anche teologico: l'incarnazione di Gesù Cristo, la resurrezione dei corpi, il sesso progettato da Dio per la procreazione degli eletti. E d'altronde Hadjadj è in buona compagnia. Prima di lui Fromm ha teorizzato l'amore come sentimento attivo, conquista e anelito verso l'alto, la più alta espressione di potenza e un filosofo francese contemporaneo, Jean Luc Marion, nel suo libro " Il fenomeno erotico " sostiene che l'amore, anzi l'amore erotico, è la base della conoscenza, sostituendo "cogito ergo sum" con "amo ergo sum": "l'uomo si rivela a sè stesso attraverso la modalità originaria e radicale dell'erotico", l'amore è inteso come carne che testimonia di essere accettata e "l'essere è oggetto di desiderio dell'altro" come prova che esiste.
Ho sempre pensato che la cesura tra res cogitans e res extensa operata da Cartesio il quale parla di due sostanze parallele destinate a non incontrarsi, sia artificiosa e che non ha senso tenere separati pensiero e materia.
Lo stesso Aristotele parla di sinolo di forma e di materia in cui la materia ha una sua funzione e una sua dignità, e Benedetto XVI, nella enciclica "Deus caritas est", parla di amore di possesso e amore oblativo, di eros e agape e li coniuga facendoli confluire e fondere in una sintesi appagante.
Con un pò di coraggio il cattolicesimo si potrebbe spingere a rivedere la sua morale sessuale, "questo topo morto che avvelena i pozzi" (Hadjadj), anche perchè i peccati della carne sono assai meno gravi dei peccati dello spirito, ed è riduttivo attribuire ai precetti cristiani il ruolo di mastino della morale sessuale che intende il sesso come disordine, dipendenza e riduzione dell'altro a puro oggetto anzichè espressione gioiosa e delicata di amore e di desiderio.
Immaginiamo il rapporto sessuale tra due amanti in cui l'uomo desidera l'amata e appaga il suo desiderio possedendola ma in cui a poco a poco sente che il desiderio di possedere si trasforma in desiderio di donare. Vede la sua generosità trasfigurare il volto dell'amata il cui sguardo estasiato e rapito diventa il sigillo di un percorso che si conclude nell'unità trovata, nel sinolo di forma e materia, nelle atmosfere rarefatte di mondi a lungo cercati.