I luoghi comuni giustizialisti
Leggendo i commenti ad alcuni miei post mi sono fatto una
cultura sul lessico degli intransigenti che al riparo di nickname e di una
legislazione permissiva danno libero sfogo alle loro frustrazioni.
Se non fossero sintomatici di un preoccupante vuoto
culturale e non riguardassero vicende drammatiche, queste entrate a gamba tesa,
data la loro esilarante demenza, meriterebbero di essere prese in
considerazione al massimo come copione per opere buffe. Ma parliamo di mafia e
antimafia e anche la demenza va presa sul serio.
L’armamentario al quale ricorre la nuova lingua
giustizialista ha il suo certificato di nascita in un rigurgito rancoroso che
scopre nuove frontiere letterarie, da voce ad un vaneggiamento che non riesce a
trovare adeguata espressione nel linguaggio tradizionale e ricorre ad un nuovo
forte linguaggio per rendere appieno l’intensità del suo livore.
La voglia di far male è tale che non trova esagerato
esprimersi con queste perle di cui sono stato il malcapitato destinatario:
“ non solo state in vacanza ( in carcere ) a spese della
collettività ma vi lamentate pure mentre dovreste essere appesi a testa in
giù…”
“ non capisco cosa ci faccia lei in un blog. Il regime
carcerario che le è stato assegnato dovrebbe isolarlo completamente dal resto
del mondo….”
“ altro che 41bis. Voi mafiosi dovrebbero sterminarvi come
si fa con i parassiti, una volta per tutte….”
“ sarei propenso a votare per la pena di morte per quelli
come lei….”
Non male, vero? E tuttavia la foia forcaiola sa fare di
meglio allorché, sbronza della ciucca mediatica in circolo perenne, bara con la
realtà e rivolta la parola come un guanto scodellandoci, oltre alle succitate
amenità, luoghi comuni ancora più vieti dettati dal tasso alcolico in vena al momento.
Tra i più ricorrenti è la lamentela di chi afferma che non c’è certezza della
pena, senza prendersi la briga di verificare che spesso la pena, specie per i
mafiosi, è, non solo certa, ma inflitta a maggior ragione quando più è incerta la colpa.
Altrettanto ricorrente è l’intransigenza di chi cambia il
significato di inquisito e vi attribuisce quello di condannato. Non si ha la
pazienza di aspettare la sentenza di condanna definitiva e si appioppa
all’imputato il marchio di colpevole ex cathedra.
Qualcuno si è spinto fino a dichiarare che è un momento
magico quello in cui si sente il tintinnio delle manette. Siamo all’estasi da
masturbazione onirica !
Si invoca il gulag e il carcere a vita raccomandando di “
buttare la chiave “, perché tanto chi è imputato deve pur aver fatto qualcosa
di illecito e sennò perché lo avrebbero arrestato?
Si afferma che in nome dell’emergenza è lecita una giustizia
emergenziale, vale a dire, sommaria.
La lentezza processuale che allunga a dismisura la via
crucis giudiziaria viene letta, piuttosto che come un calvario per l’imputato,
come un eccesso di garanzie che penalizza l’accertamento della verità, e i
prescritti che non fanno in tempo a sapere se sono colpevoli o innocenti e in
buona sostanza sono privati del diritto ad un processo equo, vengono bollati
come furbi che beneficiano della scadenza dei termini per sottrarsi ad una
sentenza di condanna. Più che prescritti, come ha acutamente scritto qualcuno,
andrebbero considerati proscritti.
Rassicuro chi si preoccupa che sia finita qui, il piatto
forte arriva quando volano insulti che richiamano escrementi e rifiuti organici
in genere e che motivi di decenza mi impediscono di riportare nella loro
esplicita declinazione. Chi ama il disgusto cerchi e troverà!
Per dirla col poeta, “ Il modo ancor m’offende”, ancor più
del contenuto è l’involucro che colpisce come un pugno nello stomaco. Passi
l’idiozia ma si abbia almeno il buon gusto di impacchettarla in una confezione
elegante.
Io invece, a differenza di questi personaggi che si nascondono dietro una tastiera per riempirla di insulti, mi limito semplicemente a ridere dopo aver letto le sue farneticanti ideologie. Ne prendo una a caso?
RispondiElimina"La lentezza processuale che allunga a dismisura la via crucis giudiziaria viene letta, piuttosto che come un calvario per l’imputato, come un eccesso di garanzie che penalizza l’accertamento della verità,"
Come ad esempio per il vostro amico e compagno di merende Silvio... ops...Marcello? la cui lentezza gli ha sempre garantito la fuga?
Vede caro signore io non la offendo xche giustamente lei non sa chi sono io e non mi piace nascondermi come fanno tutti i mentecatti che la insultano. A me piacerebbe guardarla in faccia per poterla offendere. Le ripeto, rido e basta. Sapesse quante cose ho da raccontare. Buona giornata
Gentile signor Mandala',
RispondiEliminami chiamo nicolo' lo piparo, sono di Bagheria e sono uno di quelle che darebbe la pena di morte a tutti i boss mafiosi che sono rinchiusi nelle carceri. Quindi, non puo' dire che mi nascondo dietro un nickname. Secondo me lei doveva fare lo scrittore invece che il mafioso perche' devo ammettere che e' dotato di una verve dialettica niente male. L'acme lo raggiunge quando usa l'espressione "Siamo all’estasi da masturbazione onirica ". Davvero una bella espressione, complimenti.(sono molto ironico)
Sono d'accordo che non e' giusto condannare qualcuno prima che sia passato dalla cassazione. Ma e' altrettanto giusto avere delle opinioni su qualcuno anche se non e' stato condannato definitivamente. La maggior parte delle persone, che giustamante ha usato parole con riferimenti ad escrementi, rifiuti organici o quant altro, non si riferiva di proposito a lei, ma alla mafia, ai boss e al resto dell entourage. Boss come Riina, denominato la bestia, o provenzano, u tratturi, michele greco, il papa, nomi a lei molto familiari immagino, questa gente qua dico, qual'e' la sua opinione in merito? come li definirebbe? sarei proprio curioso di leggere un suo post dove dice con altrettanta verbosa dialettica il suo pensiero riguardo alla mafia e ai suoi capi. O forse mi viene a dire che la mafia non esiste come si diceva un tempo? Invece di scrivere lunghi sermoni sul 41 bis, sulla prescrizione che fa penare l'imputato, perche' non scrive di quanto fa schifo la mafia? anche se ritiene di non averne fatto parte avra' pure qualche opinione in merito no?io non ne ho mai fatto parte ma da buon bagherese ho vissuto tra i suoi liquami per 30 anni e quindi la conosco molto bene, come, del resto, tutti i siciliani che sanno contare.
tanti saluti