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martedì 12 settembre 2017

Gigi Burruano


L’ho conosciuto una sera d’estate di tanti anni fa nella terrazza del villino che Salvo possedeva a Punta Raisi. Il padrone di casa ci presentò con la sua consueta sobrietà  ma anche con una inusuale eccitazione, frutto della considerazione che mostrava di nutrire nei confronti di quel giovane attore, un Gigi Burruano allora semisconosciuto ma di cui col suo fiuto infallibile intuiva il valore inespresso. La sua vena di cacciatore di talenti aveva annusato il profumo dell’arte e ricordo che, quando Gigi si accomiatò, Salvo, accompagnandolo con lo sguardo come fissando un orizzonte lontano, mormorò: “E’ un animale da palcoscenico, non recita, vive in ogni istante la sua vita come una commedia, è un talento naturale”. Allora non capivo, avevo conosciuto un giovane dall’approccio rude che mi era parso sgradevole e per certi aspetti volgare con quel suo eloquio dialettale che indulgeva alla battuta greve, non immaginando di essermi imbattuto in quella che sarebbe diventata la geniale maschera della Palermo più autentica. Durante la serata Gigi, con l’immancabile bicchiere di vino in mano e quel suo parlare strascicato, aveva urtato il mio senso estetico ma aveva anche misteriosamente ammaliato la mia anima schizzinosa col suo istrionismo che trovava la sponda nella risata di Salvo. Sopra la mia testa si svolgeva un dialogo tra grandi che, nella mia piccineria, non coglievo. L’ho incontrato qualche altra volta, e gli ho parlato di quell’incontro che stranamente mostrava di ricordare e di ricordare bene perché nell’ironia del suo sguardo si indovinava un’aria di compatimento per quel borghese piccolo piccolo che in una sera d’estate di tanti anni fa aveva stampato in volto una insopportabile espressione di supponenza.

1 commento:

  1. Davvero un bozzetto vivo di uno straordinario artista palermitano. Sindaco Orlando prendi una via qualunque del Borgo vecchio o di Ballaro' ed intestala a Gigi Burruano+

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