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venerdì 4 agosto 2017

Matteo Renzi


In non so quale delle sue innumerevoli esternazioni il segretario del PD Matteo Renzi si è lanciato in soccorso del presidente francese Macron, difendendo la sua decisione di nazionalizzare Saint-Nazaire e così scippare Fincantieri della maggioranza delle azioni di quel cantiere ottenuta dopo che il presidente Holland  aveva dato il via libera all’operazione. Renzi sostiene che Macron ha fatto gli interessi della Francia e che dunque non gli si debba rimproverare nulla e, affinché non ci siano dubbi sulla graniticità delle sue convinzioni, ha proclamato solennemente che non dirà mai niente contro il presidente francese. Col solito provincialismo all’italiana Renzi si prostra ai piedi dell’icona di turno anche quando quei piedi ci rifilano calcioni nel sedere e, accecato dalla sua piaggeria, non riesce a vedere Macron per quello che è,  un uomo spregiudicato e  di modesti orizzonti che ha tradito l’Italia, l’Europa e persino la stessa Francia, denunciando un accordo concluso dalla sua Nazione e venendo meno all’impegno di  un governo di cui egli stesso faceva parte. Così facendo ha procurato un danno alla credibilità del suo Paese, è venuto meno all’abc del galateo tra Stati, ha rinnegato l’europeismo ostentato pomposamente con l’Inno alla gioia ma fatto arenare alla prima occasione sulla riva della Senna sacrificando un progetto di respiro internazionale sull’altare di una miopia nazionalista e della solita velleitaria grandeur francese fondata più su una ossessione che su basi reali. Si dirà che in affari l’etica non ha patria, ma qui non parliamo di affari privati in cui il cinismo è moneta corrente, qui parliamo di rapporti tra due popoli europei e della  fiducia che dovrebbe cementarli e che invece è stata tradita da parte di uno dei due con un atto ostile, un atto  che ha fatto venir meno nei nostri confronti il rispetto che invece è stato garantito ai sud coreani e ha sollevato un vespaio dalle conseguenze imprevedibili. Che cosa può essere costruito infatti su queste basi in Europa?  Se passa un precedente del genere, se passa cioè l’idea che i patti sono carta straccia, nessun patto è più sicuro e dovremo mettere nel conto l’effetto domino che potrebbe far franare le costruzioni europee una dopo l’altra. In Italia per esempio si può essere tentati di rispondere allo sgarbo subito con ritorsioni saccheggiando la borsa della spesa che i francesi hanno riempito facendo shopping a casa nostra. Probabilmente questo non accadrà perché noi italiani  non abbiamo gli attributi per fare ritorsioni e perché le ritorsioni sono un modo infantile di reagire, ma Renzi, questo arrembante imbonitore dalla lingua sciolta e la testa a briglia altrettanto sciolta, eviti di impegnarsi in difese d’ufficio che suonano inappropriate. Va da sé che, per uno che ha fatto della rottamazione la sua bandiera e che tranquillizza (stai sereno) le sue vittime prima di fagocitarle, Macron, rottamatore di accordi, sia una figura nella quale  riconoscersi, ma a tutto c’è un limite e le rottamazioni, come il suo ideatore ha avuto modo di verificare a sue spese, sono un boomerang.

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