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sabato 12 novembre 2016

Referendum Si, referendum No

Perché votare Si al referendum costituzionale del 4 dicembre è considerato dai sostenitori del No l’anticamera di una deriva autoritaria solo perché esso prevede il rafforzamento del potere dell’esecutivo? Forse che la volontà del popolo espressa attraverso un referendum indetto secondo le regole costituzionali, è un attentato alla Costituzione, ed è al contrario onesto il tentativo di manipolare la realtà prospettando scenari improbabili? Non è vero invece che la nostra Costituzione, ingessata da 60 anni, blinda i privilegi di alcuni mentre condanna all’irrilevanza il ruolo del Presidente del Consiglio costretto ad arrancare in balia di limiti che gli impediscono di essere padrone persino a casa sua ( non può neanche licenziare i suoi ministri ), e degli umori di parlamentari inadeguati? La verità è che la pretesa dei poteri dominanti, campioni di una intransigenza a difesa dei loro interessi, di attestarsi su volontà ideologiche e fare del terrorismo abbandonandosi a proclami apocalittici e condannando attraverso interpretazioni arbitrarie qualsiasi tentativo di modificare lo status quo, nasconde la paura di perdere il potere conquistato grazie alla “Costituzione più bella del mondo”, la stessa Costituzione nata da accordi consociativi, che ha permesso l’erezione di santuari inviolabili e vede riaffiorare in difesa della sua inamovibilità le antiche diverse anime che l’hanno fondata. Una buona volta dobbiamo avere il coraggio di dire, senza temere di essere tacciati di conservatorismo, che c’è un tentativo di dare la libertà individuale in pasto alla dittatura del pensiero unico che non tollera dissensi e si appalta in esclusiva il diritto di stabilire cosa è giusto e cosa non lo è. L’arroganza di esso è all’origine del disamore della gente comune nei confronti delle istituzioni, della voglia di abbattere tutto, della reazione istintiva di chi si mette sulla difensiva come può contro la potenza di fuoco di chi ha le armi per affermare la propria supremazia, e reagisce mettendo in quarantena la ragione e buttando a mare assieme all’acqua sporca il buon senso. Perché solo l’assenza di buon senso può spiegare il paradosso di una crociata che vede affiancati sulle stesse barricate il diavolo e l’acqua santa, personaggi emergenti dalle retrovie della prima repubblica, beneficiari delle incrostazioni stratificatesi negli anni e contestatori dell’ultima ora nelle cui vene sono stati inoculati a loro insaputa i valori dei primi, tutti assieme appassionatamente all’insegna di una battaglia che nel nome del nuovo conserva il vecchio. E’ il qualunquismo suicida di coscienze confuse e avvelenate che, per paura e spirito di vendetta, scelgono il tanto peggio tanto meglio e si abbandonano a scelte avventate, come è accaduto in Inghilterra con la Brexit e negli Stati Uniti con l’elezione di Trump.

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