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lunedì 3 ottobre 2016

Le delusioni d Ilaria Capua

In una lettera indirizzata al Corriere della Sera Ilaria Capua ripercorre il suo calvario di indagata per associazione a delinquere finalizzata a corruzione e traffico di virus. Nientemeno! Una scienziata apprezzata in tutto il mondo trascinata in una storiaccia così squallida! Certo, il censo non può essere motivo di impunità e dunque se c’erano gli estremi la signora Capua andava indagata. Ma c’erano gli estremi ed erano essi tali da sfidare la statura di un simile personaggio? L’indagine è una garanzia per l’indagato innocente perché l’esito lo scagionerà e dissolverà qualsiasi dubbio sulla sua moralità, ma in un Paese come l’Italia dove il sospetto è l’anticamera della verità, un avviso di garanzia si traduce in un atto d’accusa e l’indagato viene esposto all’onta del mascariamento. Questo è quello che è accaduto alla signora Capua risorsa preziosa di una Italia migliore, la cui credibilità avrebbe dovuto far nascere qualche dubbio sulle accuse che le venivano rivolte, e il cui prestigio andava maggiormente tutelato. Nei suoi confronti, vista la sua levatura morale, si sarebbe dovuto adottare una maggiore cautela, evitare di darla in pasto alla solita stampa famelica, e, una volta archiviata l’indagine con il suo totale proscioglimento, si sarebbe dovuto accertare se si era proceduto con avventatezza nel sostenere l’accusa e, in caso positivo, presentare il conto a chi di dovere. Vale per qualsiasi cittadino ma vale in particolare per la signora Capua in considerazione della sua notorietà internazionale e dell’eco che la vicenda ha avuto in tutto il mondo esponendoci ad una figuraccia. Nessuno invece ha pagato o meglio, a pagare sono state la signora Capua e l’Italia. Perché indurre una tale scienziata a lasciare l’Italia e mettere a disposizione di un altro Paese il suo sapere, indurre una parlamentare che avrebbe potuto promuovere in questa veste iniziative a favore della ricerca, a dimettersi, è una sofferenza gratuita per l’incolpevole Capua e un danno incalcolabile per il Paese che essa è chiamata a servire. Che delusione non sentire una sola voce di solidarietà levarsi a favore della signora Capua ad opera di un qualsiasi rappresentante delle istituzioni, non percepire alcun sussulto di indignazione e di rammarico proveniente dalla politica per le conseguenze disastrose di una vicenda che un minimo di decenza avrebbe dovuto scoraggiare, nessuna denuncia contro la disinvoltura di un’accusa che si è rivelata priva di riscontri! I responsabili di questo danno, i soliti a caccia di notorietà a spese del personaggio di turno, andrebbero messi nelle condizioni di non nuocere e invece no, come nel caso Tortora, come nel caso Cucchi, come nei tanti casi di giustizia allegra, nessun responsabile è individuato e punito, e il proposito di Ilaria Capua di aprire un fronte del suo impegno sul versante della giustizia in Italia, ora che ne ha conosciuto le delizie, le fa onore ma è destinato a restare una illusione.

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