La testimonianza del Presidente della Repubblica
La richiesta della Procura di Palermo di sentire il Capo
dello Stato come teste nel processo sulla trattativa Stato-mafia, ha fatto,
come prevedibile, scalpore e suscitato pareri contrastanti. E’ la prima volta
che un Capo dello Stato è convocato da una Procura e viene naturale chiedersi
se c’era motivo per giungere a tanto.
Si può dire senza tema di esagerare che la figura del Capo
dello Stato ha una sua sacralità che deriva dall’essere egli in sommo grado
custode delle nostre garanzie costituzionali e rappresentante dell’unità
nazionale. Proprio per l’alto ruolo che egli svolge ha diritto al riguardo
obbligatorio nei confronti del massimo organo istituzionale. Specie poi se il
Capo dello Stato è un uomo come Napolitano.
D’altronde è la stessa Costituzione che sancisce la sua
peculiarità quando afferma che egli non risponde degli atti compiuti nell’esercizio
delle sue funzioni tranne in caso di alto tradimento e di attentato alla
Costituzione. Tutti i cittadini sono sudditi della legge e uguali di fronte ad
essa ma il Capo dello Stato è più uguale degli altri cittadini, e qui entriamo
nel merito della richiesta della Procura di Palermo.
Il codice di procedura penale all’art. 205 prevede che il
Capo dello Stato possa essere sentito in qualità di teste ma obbligatoriamente nel
suo ufficio, e, se egli si rifiuta di testimoniare, non subisce
l’accompagnamento coatto riservato agli altri cittadini. Uno dei caratteri
della norma, la coazione, non ha valore nei confronti del Capo dello Stato e
dunque egli non è obbligato a rendere testimonianza. Sono convinto peraltro che
nello specifico la sua testimonianza sia superflua perché non possono esserci
dubbi sul fatto che, se egli avesse appreso dal dr. D’Ambrosio notizie utili
alle indagini sulla trattativa Stato-mafia, ne avrebbe riferito spontaneamente
alle autorità competenti. Ritengo perciò che la richiesta della Procura di
Palermo non fosse così imprescindibile da dovere essere formulata anche a costo
di creare imbarazzo al Capo dello Stato e che la foia egalitaria non debba
valere per lui.
Purtroppo la guerra in atto tra pezzi dello Stato non
risparmia il suo simbolo più alto e a tutti noi la sgradevole sensazione di
essere orfani di certezze istituzionali.
Nessun commento:
Posta un commento