Realtà a confronto
E’ di questi giorni la notizia che Marcello dell’Anno,
ergastolano in regime di 41 bis, laureatosi in legge con lode all’Università di
Pisa, è stato chiamato a fare da relatore in un corso di formazione giuridica
per avvocati. Un’altra notizia ci informa che alcuni politici sono sotto
indagine per peculato. La contemporaneità delle due notizie mi ha suggerito un
confronto tra due realtà che, partendo da contesti
parimenti illeciti, seppur con i debiti distinguo, si dipanano con uno stile completamente
diverso. La vicenda di Dell’Anno richiama una realtà che certamente è più
scellerata rispetto all’altra, ma che almeno non finge e in qualche caso riesce
persino a riscattarsi. La vicenda dei politici indagati, con tutte le doverose
cautele nei confronti di una indagine che è solo all’inizio, richiama realtà già
viste, cialtrone e sfrontate che confermano quasi sempre il peggio di se.
Dell’Anno e quelli che, come lui, si sono chiamati fuori
dalle regole della convivenza legale, non si nascondono dietro il dito di un
perbenismo che sanno di non poter vantare, hanno fatto la loro scelta, la declinano senza
inganni, ne pagano le conseguenze, se vogliono e possono, tentano un riscatto,
ma non fanno proclami e non dicono di essere quelli che non sono. Si può paradossalmente
dire che con la loro disonestà conclamata ci fanno respirare una boccata
d’onestà.
I politici disonesti, al contrario, ci hanno abituato a
rivendicazioni d‘onestà, a fughe in avanti e captatio benevolentiae accorate e solenni smentite poi dai fatti. In essi c’è
l’ipocrisia di un perbenismo di facciata che sale in cattedra raccontandoci di
come è prioritario il bene comune, che tuona impartendoci lezioni di integrità,
che a parole prende la distanze dal malaffare e giura sulla indipendenza da
collusioni e patti scellerati, salvo poi farsi beccare con le mani nella
marmellata intento a intrallazzare con grandi e piccoli misfatti. Spesso con
piccoli, miserabili furterelli che la dicono tutta sulla differenza rispetto ai
giganti del passato capaci di pensare e agire in grande nel bene come nel male.
E’ la zona grigia e insulsa di un mondo di mestatori che trafficano con
l’illecito e con la nostra credulità, che millantano superiorità morale e si fanno
censori dei vizi altrui, ma non hanno il coraggio di essere sé stessi. Rubino
ma che almeno non ci ammorbino con le esalazioni di improbabili proclami sulla
loro onestà.
Ho una proposta per chi vuol raccoglierla: qualche uomo
politico delle nostre contrade, invece di impegnarsi in crociate moralistiche
pronunciando autodafé con cui mettere al bando i temerari che non scodinzolano
alla sua corte, inviti Marcello Dell’Anno nei palazzi del potere a tenere una
lectio magistralis sul rispetto dei
diritti civili.